Lo sapevate che il termine “giudicare” non ha un contrario? Ha un sacco di sinonimi, ma un vero e proprio opposto non ce l’ha. E lo sapevate che viene da jus-dico? Letteralmente: dire la legge, pronunciare sentenze.
Poi, lo sapevate che secondo alcuni studi il pettegolezzo è alla base (beh, fra le basi) dello sviluppo del linguaggio? Suppongo che gli inverni nelle caverne a spellare bestie fossero molto lunghi e noiosi…
Confesso che qualche anno fa controllavo quotidianamente e assiduamente il sito di Perez Hilton… inizi con una notizia qui e una lì, poi ci sono gli aggiornamenti sui film di Burton in tempo reale e poi ti trovi avviluppato in un’assuefazione crescente.
E tutto questo porta a…? Chiederete voi.
Momento! Ci sto arrivando! Risponderò io.
Il pettegolezzo in sé è poca cosa, tutti lo facciamo o l’abbiamo fatto, per esteso quando parlate di un amico comune, che magari non c’è e vi stanno spiegando perché non può esserci, anche quello è pettegolezzo.
Solo che ci sono pettegolezzi che possono rovinare la gente (provate a immaginare di diffondere, in ufficio, il pettegolezzo che il tal tipo è un molestatore… auguri poveruomo!), ma più semplicemente, per non andare sempre a tirare in ballo esempi al limite dell’estremo, i pettegolezzi rinculano come i fucili.
Sapete che si dice sempre che non bisogna prestare attenzione a quello che gli altri dicono di noi. Si sa, si dovrebbe fare… ma poi riuscirci sul serio è più difficile: è da quando siamo nati che viviamo immersi nelle persone, e volenti o nolenti è da quando siamo nati che la loro opinione ha effetti su di noi (nello specifico influenzano la visione che noi stessi abbiamo di… noi stessi!).
Liberarsi di questi effetti è cosa buona e giusta, richiede tempo e sforzo ma si può fare: devo aver già scritto su queste pagine che il fatto che vostra madre vi preferisca coi capelli corti non ve li accorcia effettivamente, e che la vostra opinione vale tanto quanto la sua (o di chiunque altro), e che il modo migliore è dimostrare la validità di quello che pensate con le vostre azioni.
Ma come si fa a liberarsi del giudizio degli altri se siamo i primi a spararne a tutto spiano? Come si può liberarsi dell’effetto che il commento “Ma come ti sei pettinata?” ha, quando siamo i primi a guardare una foto e dire “oddio, ma com’era conciato?”.
A me sembra logico e matematico che se il nostro cervello funziona in modo da sputare una sentenza appena ce n’è l’occasione, allora è anche automatico che accusi il colpo di sentenze simili che vengono da altri su di noi.
Sono un insieme di sentito dire e pensiero medio comune, non c’è niente di male a volersi omologare con gli altri, a voler partecipare ed essere accettati, cavoli, è la base della società! Se poi ascoltate attentamente come vengono formulati quei pettegolezzi noterete che più o meno vanno così: “Ohmmamma guarda là!? io mi vergognerei tantissimo”. Io mi vergognerei, evidentemente quello non si vergogna, e soprattutto: io mi vergognerei perché io trovo che sia risibile e quindi io penso che se io mi conciassi così altri riderebbero di me perché io sto ridendo di quello.
Ho smesso di guardare siti di gossip appunto quando ho notato che le mie reazioni erano sia più stronzette sia più permalose.
Devo dire che da quando ho smesso sto incredibilmente meglio, mi offendo moooooolto ma molto meno e ormai mi viene difficile dire “Guarda queeella, ma cos’ha addosso?” anzi, quando capita di sentire commenti del genere rispondo “ma se a lei piace, a te che male fa?”. Sì, lo so, sono fastidiosa lo stesso 😛
(Questo non significa che mi piaccia tutto quello che vedo, ma almeno non penso che il mio gusto dovrebbe essere una legge universale 😉 ).
E voi? Problemi coi pettegolezzi? Rimedi per liberarsene? Dite dite.
Poi, lo sapevate che secondo alcuni studi il pettegolezzo è alla base (beh, fra le basi) dello sviluppo del linguaggio? Suppongo che gli inverni nelle caverne a spellare bestie fossero molto lunghi e noiosi…
Confesso che qualche anno fa controllavo quotidianamente e assiduamente il sito di Perez Hilton… inizi con una notizia qui e una lì, poi ci sono gli aggiornamenti sui film di Burton in tempo reale e poi ti trovi avviluppato in un’assuefazione crescente.
E tutto questo porta a…? Chiederete voi.
Momento! Ci sto arrivando! Risponderò io.
Il pettegolezzo in sé è poca cosa, tutti lo facciamo o l’abbiamo fatto, per esteso quando parlate di un amico comune, che magari non c’è e vi stanno spiegando perché non può esserci, anche quello è pettegolezzo.
Solo che ci sono pettegolezzi che possono rovinare la gente (provate a immaginare di diffondere, in ufficio, il pettegolezzo che il tal tipo è un molestatore… auguri poveruomo!), ma più semplicemente, per non andare sempre a tirare in ballo esempi al limite dell’estremo, i pettegolezzi rinculano come i fucili.
Sapete che si dice sempre che non bisogna prestare attenzione a quello che gli altri dicono di noi. Si sa, si dovrebbe fare… ma poi riuscirci sul serio è più difficile: è da quando siamo nati che viviamo immersi nelle persone, e volenti o nolenti è da quando siamo nati che la loro opinione ha effetti su di noi (nello specifico influenzano la visione che noi stessi abbiamo di… noi stessi!).
Liberarsi di questi effetti è cosa buona e giusta, richiede tempo e sforzo ma si può fare: devo aver già scritto su queste pagine che il fatto che vostra madre vi preferisca coi capelli corti non ve li accorcia effettivamente, e che la vostra opinione vale tanto quanto la sua (o di chiunque altro), e che il modo migliore è dimostrare la validità di quello che pensate con le vostre azioni.
Ma come si fa a liberarsi del giudizio degli altri se siamo i primi a spararne a tutto spiano? Come si può liberarsi dell’effetto che il commento “Ma come ti sei pettinata?” ha, quando siamo i primi a guardare una foto e dire “oddio, ma com’era conciato?”.
A me sembra logico e matematico che se il nostro cervello funziona in modo da sputare una sentenza appena ce n’è l’occasione, allora è anche automatico che accusi il colpo di sentenze simili che vengono da altri su di noi.
Sono un insieme di sentito dire e pensiero medio comune, non c’è niente di male a volersi omologare con gli altri, a voler partecipare ed essere accettati, cavoli, è la base della società! Se poi ascoltate attentamente come vengono formulati quei pettegolezzi noterete che più o meno vanno così: “Ohmmamma guarda là!? io mi vergognerei tantissimo”. Io mi vergognerei, evidentemente quello non si vergogna, e soprattutto: io mi vergognerei perché io trovo che sia risibile e quindi io penso che se io mi conciassi così altri riderebbero di me perché io sto ridendo di quello.
Ho smesso di guardare siti di gossip appunto quando ho notato che le mie reazioni erano sia più stronzette sia più permalose.
Devo dire che da quando ho smesso sto incredibilmente meglio, mi offendo moooooolto ma molto meno e ormai mi viene difficile dire “Guarda queeella, ma cos’ha addosso?” anzi, quando capita di sentire commenti del genere rispondo “ma se a lei piace, a te che male fa?”. Sì, lo so, sono fastidiosa lo stesso 😛
(Questo non significa che mi piaccia tutto quello che vedo, ma almeno non penso che il mio gusto dovrebbe essere una legge universale 😉 ).
E voi? Problemi coi pettegolezzi? Rimedi per liberarsene? Dite dite.
Gossip is a tricky one, I gossip with my friends (and it's general chat, as opposed to meaness)however I weaned myself away from gossip sites for the same reason as you. I think it depends on you as a person, if you are a 'live and let live' person, your gossip won't be malsicious.
Agreed!
I'm no saint, I hope it was clear from what I've written: gossiping happens, it's normal, it's a social bounding, the point is -in fact- to just keep it cheerful!