Se mi venite a dire “che ci vuole a scegliere un abito per il matrimonio, tsk!” sappiate in anticipo che non vi crederò.
Io so per certo, come si sanno certe cose nei sogni, che nessuno al mondo è stato esente dalla paranoia del “cosamimetto” quando invitati a un matrimonio.
E la paranoia cosa fa? Ci spinge a cercare, chiedere, informarci, su riviste, su internet, con amici e parenti.
E questo è ciò che trovate:
– è di mattina o di sera?
– è formale o informale? (E anche se fosse informale sappiate che jeans e maglietta non sono accettati)
– è in chiesa o in comune?
– c’è un dress code?
– di giorno colori chiari, di sera colori scuri
– ma niente bianco, nero, rosso né viola
– se è formale e/o di sera abito lungo
– se è di giorno abito corto, il lungo di giorno non va, a meno che non sia molto molto formale
– se è in chiesa calze, piedi coperti e spalle coperte, ah e anche niente scollature troppo profonde
Io già coi problemi di geometria non ero brava, figuriamoci con una serie di dati così che si incastrano l’un l’altro…
Che si fa allora?
La cosa più semplice e più logica è chiedere agli sposi qualche dritta.
Nella mia famiglia però questo significa subissarli di domande.
Tutti insieme.
Contemporaneamente.
Incapace di rendere a parole il caos regnante quella domenica dopopranzo vi ho fatto un disegnino.
Le due stelline colorate sono gli sposi, le frasi sono state riportate cercando di ricreare la provenienza, la tempistica e l’urgenza con cui arrivavano.
La cosa assolutamente meravigliosa, prodigiosa e incredibile è che sono riusciti a rispondere a TUTTO.
PS
Nella prossima puntata la risposta e la soluzione a questi quesiti!
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