Una coi brillantini al lampone nei capelli, l’altra nera fino alle unghie dei piedi, immerse in una stanza di bolle
“Ho sbagliato di nuovo sai? E’ che c’è di quella gente in giro… ma come si fa? Cos’è tutta questa smania, questo esporsi, questo alterare lo stato delle cose per vedersi più alti? Accettare solo le parole comode, aumentarne il numero, cambiare il loro senso solo puntando un dito, vendere disegni e foto altrui come quadri e creazioni proprie… sai cos’è che mi fa paura? E’ che io mi ci avvicino, o ci sono stata molto vicina…”
“Ma non li senti quelli che ti dicono *avevi ragione tu* o che hanno cercato di fermarti?”
“Mai dato retta all’opinione altrui… anche in bene”
“E allora sei diversa”
“Delle volte vorrei solo andar lontano sai? Cambiare tanto, cambiare spesso… ora per esempio, vorrei chiudere le porte… ma finchè non crollo sul cambiamento mi arrivano solo tanti segnali distorti… ho accettato di dare e le cose sono cambiate… ora accetterò il cambiamento…”
“Qui ho cambiato i cuscini”
“Scripta manent… l’ho imparato a mie spese… anche questo è un’altro errore che ho fatto, che vorrei cambiare… ma non si può falsare ciò che è stato, sarebbe come mentire sul proprio memoriale: tu sai com’è andata… ho sbagliato di nuovo, mi sento incoerente”
“Non fa di te un’ipocrita, questo l’errore”
“Mangio solo biscotti rotti, ballo solo alla musica nelle mie viscere, lascio indietro significati che spesso hanno valore solo per me… felicemente alterata vado avanti così, e allora perchè incontro tanti mitomani? Neanche fossero falene stupide a bruciarsi contro la luce…”
“Perchè sono tante falene stupide, e vogliono la tua luce anche se poi finiscono per bruciarsi… non sei comune e lo sai, quello che dimentichi troppo spesso è che il comune esiste, non siamo tutti speciali, sarebbe come dire che nessuno lo è”
penso diverso
“Parlami di nuovo delle cose dell’universo… voglio sentire il risucchio del vuoto siderale, voglio sentire la mia cosiddetta coscienza appellarsi a un’escatologia edonistica…”