Libri letti ad aprile. Solo due, perché -strano, mi sto chiedendo se non ho qualche strana malattia tropicale- non mi andava di leggere… ma proprio per niente! Comunque, eccoveli qui!
° Consigli a un giovane scrittore di Vincenzo Cerami – Feltrinelli, in galleria a Milano, ovvero un labirinto infinito fatto di pareti di libri, manuali, fumetti, dvd e dischi (sì, un po’ la mia idea di paradiso, fra l’altro). Dopo un paio d’ore almeno passate a girare un po’ a caso mi decido a chiedere al commesso dove tengono i manuali di scrittura creativa, mi indica un angolino che giuro non esisteva fino a quel momento. Ci trovo due scaffali dedicati, un po’ vuotini a dire il vero, e siccome sono una “niubba” totale a parte Virginia Woolf non conoscevo nessun autore, al che sorge spontanea la domanda: come faccio a fidarmi di un manuale di scrittura creativa se poi magari è stato scritto da un signor nessuno? Però, nonostante la presenza della Woolf, ho deciso di stare su un autore italiano, in fondo è in italiano che vorrò scrivere. Fra l’altro questo libro era l’unico che, oltre al “case study”, nominasse cose come sceneggiature, colpi di scena, tempo comico. Inizio a leggere sul treno e già mi prende. Torno a casa, googlo un po’ chi è costui, rimango basita dalla mia abissale ignoranza. Insomma il libro mi sta piacendo parecchio, dice l’essenziale senza troppi florilegi (anzi, a volte le informazioni sono talmente condensate che devo rileggere per assimilare tutto con calma) e non vedo l’ora di mettere in pratica
° Il grande Gatsby. Ediz. integrale di Francis Scott Fitzgerald – ah, libri a 99 cent come potrei mai resistervi? Però… però c’è voluto mezzo libro perché diventasse vagamente interessante. Però non so se è la traduzione ma io mi perdo nella costruzione delle frasi, certe pomposità superflue, chiasmi che sinceramente… no dai, davvero, un chiasmo in prosa? E poi è un flashback e flashforward unico, magari all’epoca era una cosa innovativa e ammirevole… adesso rompe solo le scatole, confonde le acque, non c’è un filo logico, una trama che si possa chiamar tale, più che altro mi fa l’impressione di una serie di aneddoti, istantanee e resoconti un po’ confusi di uno che va a memoria.
Per carità, è esattamente così che Nick intende di raccontare la cosa, ed è riuscito, però non mi piace 😛 Fra l’altro non ho visto né questo sfarzo degli anni venti (se non nella descrizione di qualche vestito) né questa gran critica alla società se non in una riga alla fine… Diciamo che la noia di queste cento paginette non mi hanno incentivata a leggere molto altro…