La proposta

Stando ai siti sui matrimoni (ebbene sì, ne ho visitati), occorre avere una buona storia da raccontare a proposito del “fatidico momento”.
Io non so cosa si qualifichi come “buona storia” in questi casi. Non ero mai stata chiesta in moglie, dopotutto.

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Se si intende serata passata in un crescendo di romanticismo fino al culmine della proposta fatta in ginocchio con scatolina di velluto scuro aperta con maestria allora… no, non è una buona storia.

È una storia fatta di me che aspetto (e spero) che sia lui a chiedere, io avevo chiesto per la convivenza, ora era il suo turno (donne, non fate come me).
È una storia fatta di momenti in cui si sonda il terreno (non fate come me, non prendete per i fondelli qualsiasi cosa relativa al matrimonio, se in fondo ci pensate), di attesa (perché mio fratello e mia cognata ci hanno bagnato il naso. Sì, l’ho pensato e l’ho scritto sul serio, sono una sorella davvero, davvero, davvero orribile).
È una storia fatta di una domanda ormai non più trattenibile, a cui ho risposto sì (con un fantastilione di punti esclamativi), non ve l’aspettavate eh?

È una storia che finisce con lui in ginocchio con scatolina in mano, ma lui era anche in pigiama e pantofole, tanto quanto me che intanto scaldavo il latte nel pentolino.

Insomma, grasse risate da subito.

Ed è giusto che sia così.

Ma soprattutto, avrei mai potuto dire di no a cotanto pezzo di Calabria? (Sì, la foto è autocelebrativa, oh, ecco U_U)

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4 pensieri su “La proposta

    1. Euforilla Autore dell'articolo

      Ehehehe, allora, la risposta che ti darei (e che avrei dato anche a me stessa se non mi fossi impuntata che “sta volta toccava a lui”) è: chiediglielo tu.
      Per NON fare come me, che non volevo essere la morosa assillante e asfissiante, evita di dire “minchia cheppalle i matrimoni” appena ne hai l’occasione 😀

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