Stando ai siti sui matrimoni (ebbene sì, ne ho visitati), occorre avere una buona storia da raccontare a proposito del “fatidico momento”.
Io non so cosa si qualifichi come “buona storia” in questi casi. Non ero mai stata chiesta in moglie, dopotutto.
Se si intende serata passata in un crescendo di romanticismo fino al culmine della proposta fatta in ginocchio con scatolina di velluto scuro aperta con maestria allora… no, non è una buona storia.
È una storia fatta di me che aspetto (e spero) che sia lui a chiedere, io avevo chiesto per la convivenza, ora era il suo turno (donne, non fate come me).
È una storia fatta di momenti in cui si sonda il terreno (non fate come me, non prendete per i fondelli qualsiasi cosa relativa al matrimonio, se in fondo ci pensate), di attesa (perché mio fratello e mia cognata ci hanno bagnato il naso. Sì, l’ho pensato e l’ho scritto sul serio, sono una sorella davvero, davvero, davvero orribile).
È una storia fatta di una domanda ormai non più trattenibile, a cui ho risposto sì (con un fantastilione di punti esclamativi), non ve l’aspettavate eh?
È una storia che finisce con lui in ginocchio con scatolina in mano, ma lui era anche in pigiama e pantofole, tanto quanto me che intanto scaldavo il latte nel pentolino.
Insomma, grasse risate da subito.
Ed è giusto che sia così.
Ma soprattutto, avrei mai potuto dire di no a cotanto pezzo di Calabria? (Sì, la foto è autocelebrativa, oh, ecco U_U)
Allora invece che chiederti come fare ti chiedo come non fare
Ehehehe, allora, la risposta che ti darei (e che avrei dato anche a me stessa se non mi fossi impuntata che “sta volta toccava a lui”) è: chiediglielo tu.
Per NON fare come me, che non volevo essere la morosa assillante e asfissiante, evita di dire “minchia cheppalle i matrimoni” appena ne hai l’occasione 😀
haha ottimo consiglio!!!
Ecco, io lascio in giro i depliant di matrimoni in giro, ma dici che non e’ sufficiente?
Mi rispondo: evidentememte no