Quest’anno non ho festeggiato il compleanno di Euforilla.
Sono cinque anni che, più o meno regolarmente, posto e traduco.
Confesso: tradurre è la parte più noiosa, che sia da una lingua o dall’altra (ebbene, m’è capitato di scrivere direttamente in inglese e poi rimettere in italiano) a volte mi sembra come un inutile doppio lavoro.
Ma continuo a farlo, perché mi piace
Guardo indietro, riguardo vecchi post, mi si accappona la pelle per quanto sono scritti male alcuni. Ma non importa.
Credo che il succo sia qui. Fare qualcosa perché ti piace, anche se non è perfetto. Non sarebbe un “hobby” altrimenti.
Certo i temi sono cambiati molto, l’idea è di scrivere più spesso di libri, di cucina, di fai da te, di scrittura creativa, di cose di tutti i giorni.
Dicono che un blog di successo ha bisogno di un argomento chiave e di un pubblico di riferimento… Ma se io un blog di successo non lo volessi? Nel senso, scrivo perché mi fa piacere che venga letto, quando le visite hanno qualche picco particolare sono contenta. Ma non voglio auto limitarmi in qualcosa che ho aperto per mio gusto personale.
Uno rimane spiazzato a vedere cucina, filosofia e post personali sui gatti nello stesso posto? Peccato. Arrivederci.
Io sono la prima che, cercando un’informazione online, se finisce su un blog personale salta la parte “della rava e la fava” e con un bel ctrl+F va direttamente alla parte che le serve.
Poi invece capita di leggere un post, un articolo, e di restare per la personalità che traspare dai post.
Ecco, personalità.
Ho aperto il blog perché all’epoca mi sembrava non ci fossero bei blog di auto aiuto in italiano, come quelli che seguivo in inglese. Che mi sono stati utili, non dico di no (e mi sembra anche di aver già fatto questo discorso su queste pagine).
Ora invece, se mi capita di trovarne uno, mi viene un po’ da sorridere. Non denigro, perché ribadisco, vedere che c’è gente che è passata attraverso quello che stavo passando io (niente di che, ora che ci ripenso, ma all’epoca mi ci crucciavo parecchio, riassumibile in “Chi sono? Cosa voglio?”) è sempre una bella cosa.
Ma mi sembrano tutti fotocopie di se stessi. Tono neutro, tu generico, cose trite e ritrite, dette e ridette.
Non sto dicendo di snobbare i siti di self help perché ho trovato la risposta alla domanda fondamentale sulla vita (che comunque è 42).
Sto dicendo che non ne ho più bisogno perché ho accettato il fatto (o ci sto provando) che le cose cambiano, continuano a cambiare, che fissarsi su un’idea o un’aspettativa di sé è inutile.
Che tutte quelle manfrine di “pensiero positivo” e “Legge dell’attrazione” sono carinissime manfrine. Vere fino a un certo punto: se m’aspetto sempre di fare schifo, che so, nella corsa, non importa quanto mi alleni e quanto migliori oggettivamente, perché tutto quello che riuscirò a notare saranno sempre e solo gli aspetti negativi.
E quindi è importante essere in grado di valutarsi con obiettività.
Alla fine però, il gran “segreto” che poi segreto non è, è che ok, pensiamo positivo, ok, diamoci forza da soli e creiamoci un’immagine positiva di noi stessi… ma non c’è “life guru” “life coach” “personal trainer” “personal shopper” “Personal coach” o combinazione varia di questi termini che tenga.
Alla fine della fiera, tocca solo a noi, ha ragione la Nike: JUST DO IT. Fallo e basta.
Rimboccatevi le maniche e datevi da fare. Che tenersi impegnati ha un duplice effetto: avete meno tempo per piangervi addosso (ne so qualcosa) e alla fine della giornata potrete guardarvi indietro e pensare a quante cose avete fatto. Alla fine del mese potrete contare i risultati. Alla fine dell’anno avrete un bel bagaglio di “cose fatte”.
Vi lascio col fumetto, che ho trovato quest’inverno per caso, che ha dato voce e forma e colore a quello che pensavo già da un po’: su Zenpencils, di Shonda Rimes
E ora scusate, vado a FARE 😉
Io penso che un “life coach”/”life guru” abbia senso, come dici tu, quando ci siamo gia’ messi sulla strada da soli… Ecco, quello che dobbiamo trovare da soli e’ la motivazione… Poi farsi aiutare va bene, ma e’ come dire “aiutati, che il Ciel t’aiuta”.
Secondo me
Sì, penso tu abbia ragione.
Tanto per continuare con le metafore sportive: puoi avere il miglior allenatore del mondo, ma se poi non ti alleni mai, non serve a niente!!!
Con la piccola differenza che un allenatore ha un’esperienza pratica, mentre qualcuno che ti dica come vivere la tua vita… mmm… non mi fido tanto 😛