Ecco che parte l’incipit più trito e ritrito della storia.
Non pensi mai che possa succedere a te.
Sono scene che conosci, le hai viste in tv, in mille film… le strade che si svuotano, i telegiornali che parlano solo di questo, il Governo che dà restrizioni ben precise ai cittadini, gli appelli alla calma e ai comportamenti razionali, l’assalto ai supermercati, le rivolte nei carceri…
Le conosci, le hai viste… ma non le hai mai vissute queste cose. Non hai mai visto, davvero visto, una mamma e una figlia fermarsi a dieci metri dall’ingresso dell’alimentari, aprire una busta, tirarne fuori due mascherine e aiutarsi a metterle a vicenda.
Non hai mai sentito le strade del tuo paese così silenziose. Non hai mai ascoltato davvero le sirene delle ambulanze che vanno e vengono sulla strada principale… era normale amministrazione, non gli davi peso.
Adesso ogni ululato di cane che le preannuncia è un “chissà”.
E intanto continui a stare calmo, ad essere razionale, a raccomandare ai tuoi genitori, non esattamente giovanissimi né il ritratto della salute, di stare buoni in casa, di risistemare il sottoscala, di potare la siepe, ma di non uscire. Anche se è ancora tutto lontano, in fondo, no?
Poi arrivano tre casi nel paesino di duemila anime e un cane in cui vivi tu, e i tuoi genitori poco più in là. Un puntino rosso su una mappa che sembra la Pimpa, ad esser buoni, un brutto morbillo a essere meno buoni.
E le persone che passano per strada diventano degli untori, se devi uscire fai raccomandazioni che pensi forse qualcuno facesse in tempo di guerra, uguali uguali.
Stai attento, fai presto.
Ogni colpo di tosse, fatto per schiarirsi la voce, non è più come prima, è di nuovo un “chissà”.
Ogni sera, alle sei, vai a vedere la mappa di contagiati, tanti, morti, troppi, guariti, troppo pochi. E ti chiedi quando finirà. “Chissà”.
Allora cerchi di concentrarti sulle cose positive.
Ti rendi conto di essere fortunata, privilegiata: il tuo lavoro lo puoi fare da casa, la tua azienda ha messo tutti in smartworking da settimane, e lo stipendio continui a percepirlo lo stesso.
Tuo marito anche. E hai una casa che permette a entrambi di lavorare comodamente, senza pestarvi i piedi, senza inasprire la clausura forzata. Non hai nemmeno un cane da portare fuori, né figli da intrattenere. La dispensa è piena, la spesa fatta online arriverà, con molta calma, ma arriverà e nel mezzo non avrai problemi.
E finalmente ti puoi godere casa tua, puoi dormire di più, puoi fare colazione con più calma, puoi recuperare tutti gli episodi di quella serie tv che ti piaceva, puoi andare fuori, appena chiuso il pc, a strappare le erbacce dal giardino.
Sei molto fortunata.
Un’altra piccola fortuna: sei un’introversa.
Lavorare da casa, stare in casa, non ti pesano, hai sempre AMATO stare in casa, hai sempre saputo cosa fare di te stessa e del tuo tempo in assenza di stimoli esterni.
Non credo fosse un caso che da piccola uno dei miei libri preferiti fosse “Che cosa fare quando piove” di Richard Scarry.
Quindi, per sollevare un po’ il morale e tentare di fare qualcosa di utile, per come posso, una lista di cose da fare, dovendo rimanere in casa:
– i mestieri, anche quelli di fino, come lavare i vetri, spazzolare le zanzariere, spolverare i ventilatori, pulire i condizionatori, sbiancare le fughe del bagno e della cucina con un vecchio spazzolino da denti, pulire bene gli angolini difficili della doccia, lucidare i mobili di legno
– riordinare la dispensa, mai come ora è utile fare un inventario di cosa avete in casa, cosa va buttato, cosa può essere tenuto
– darvi al minimalismo: fare un po’ di repulisti dell’armadio, via le cose brutte, rotte, sciupate, tenete solo le cose che vi stanno bene e vi fanno felici, scarpe, borse, cinture, cravatte e collane incluse!
– riordinare il bagno: ma voi avete un’idea di quanti campioncini, bagnoschiuma, creme e cremine avete? bon, tirate fuori tutto, spolverate, buttate i cosmetici scaduti (perché voi NON usate i cosmetici scaduti, VERO?), e mettete in fila un po’ di cose da finire, un bel project pan, eh?
– attaccate le scartoffie: io ho una mensola INTERA da riordinare, tenete da parte le ricevute da mandare prima o poi al commercialista, fate un raccoglitore con esami del sangue da una parte, lastre del gatto dall’altra, archivio degli scontrini della spesa da un’altra ancora
– potreste, ora che avete gli scontrini e le fatture in ordine, fare un po’ di bilancio dell’economia casalinga
– bene, ora che la casa è in ordine e tutta scintillante, potete pensare a voi stessi, fatevi un bel bagno, potete depilarvi con tutta la calma del mondo, sperimentare con le forme della barba o col trucco. Scommetto che riordinando il bagno avete trovato anche una scatola di argilla per farvi una maschera (aggiungete miele e tè verde et voilà!), oppure avete trovato ancora una scatola di tinta, ecco, via quella ricrescita!
– dopo tutto questo riordinare e riordinarsi, avrete fame… e una dispensa pronta all’uso! Quindi via a sperimentare tutte quelle ricette che di solito non avete tempo di fare: i ragù che devono bollire per ore, gli stufati lenti lenti, la polenta taragna e non quella istantanea, le torte per la colazione, i biscotti da fare coi bambini (o da soli, niente ve lo vieta), potete provare a fare il pane in casa, qualche ricetta etnica particolare, imparare a fare la pizza!!!
– va bene, ora che avete mangiato è ora di fare un pisolino. Avete presente quella pila di riviste a cui vi siete abbonati e che non avete avuto tempo di leggere? Pescatene una e mettetevi in poltrona con una bella tisana e una copertina (il gatto arriverà da voi da solo), oppure la settimana enigmistica! Quant’è che non vi stuzzicate un po’ il cervello con un bel rebus o un bel cruciverba? E poi quel libro, quello impegnato, quello che non si può leggere la sera prima di nanna perché ci vuole attenzione. Ecco!
– bene, siete stati in panciolle abbastanza, che ne dite di un po’ di esercizi sul posto? Corpo libero, non serve molto, magari un materassino, ma anche il pavimento andrà bene. Flessioni, addominali… o una sessione di yoga (ci sono canali gratuiti su youtube!), o di pilates, o di danza del ventre, insomma ci sono esercizi per tutti i gusti. In fondo chi aveva tempo per la palestra, prima? Bene ora non avete scuse!!!
– facciamo un attimo di ricapitolazione: la casa è in ordine e pulita, la pancia è piena e il pane in forno, la rivista l’avete letta abbastanza per ora, e vi siete pure messi a sudare un po’, una bella doccia con guanto scrub… e ora?
– ora è l’ora degli hobby! quant’è che non infilate perline, scrivete un racconto, colorate un mandala, costruite un robottino col raspberry-pi? eh? Quant’è che non giocate un po’ come si giocava una volta, perdendovi nelle cose che vi piace fare come se aveste di nuovo otto anni… costruite qualcosa coi lego, suonate il pianoforte, giocate con la playstation… ce n’è a bizzeffe!
– poi, che altro? beh, imparare è sempre un’ottima cosa! Quella lingua che avreste sempre voluto imparare? Ora è il momento! Vi sarebbe sempre piaciuto suonare la chitarra? Via, cosa vi ferma ora? E che ne dite dell’uncinetto? No? Meglio un nuovo linguaggio di programmazione? O perché non imparare a fare video! O trovare l’equilibrio perfetto per il tiramisù perfetto? Ah, avete degli esami, beh, ciccini, è proprio ora di tirar fuori l’Hermione Granger dentro di voi e macinare quelle dispense come se non ci fosse un domani. Corso online professionalizzante? Perché no?!
– e ci sono ancora i social, ma non per andare a fare l’opinionista su facebook, no, videochiamate quel vostro amico che non sentite da tempo, organizzate una “cena diffusa”: pizza per tutti, ma ognuno a casa sua in videochiamata, per fare quattro chiacchiere e stare un po’ insieme
– cos’altro c’è da fare? fermarvi un attimo, restare un pochino in silenzio. Imparare il fruscio di casa, il ronzio del silenzio. Meditare magari, o solo stare in voi stessi per un attimo, fermare tutto e rendervi conto delle fortune che avete. Coccolare il cane. Sedervi sul divano e chiacchierare per ore con chi vive con voi.
– e poi ripartire da capo, pianificare cose da fare quando tutta questa brutta storia sarà passata, un viaggio, una cena con amici, un appuntamento dal parrucchiere, un giro a un museo, un film al cinema, una lunga vacanza…
– infine, se volete rendervi utili, cercate una donazione fondi e donate o almeno condividetela sui social, per aiutare chi a casa non ci può stare, per aiutare chi è in ospedale lontano da casa o per lavoro o per malattia
E state a casa, per chi non può farlo, per chi ha di più da perdere.
Ho lavorato in un posto non fantastico, anni fa, e fra noi ci dicevamo solo una cosa, quando non si stava per niente bene: DAJE!