Qualche tempo fa, mentre ero seduta a tavola con amici vari e me ne stavo in silenzio ad ascoltarli parlare, guardare come gesticolavano, le espressioni che facevano mentre parlavano (ah, Lie to me, mi hai rovinata! XD), sentire anche quello che non dicevano (e sapere perché), ho realizzato che ci sono grandi differenze fra l’essere timidi, introversi o semplicemente riservati.
Fermo restando che nessun carattere è mai al cento per cento di un solo tipo (non credo esista una persona che è solo timida, o una che è solo estroversa, o una che è solo affettuosa, ecc) e che comunque non esiste un carattere “migliore” di un altro, penso proprio che vi illustrerò i pensieri che sono derivati da quell’illuminazione.
Non ne vedevate l’ora eh?!
In un articolo, tempo fa, avevo letto una frase che mi aveva veramente colpito, diceva più o meno che troppo spesso l’introversione viene scambiata con la timidezza, l’introverso viene quindi bollato come timido, si cerca di spingerlo “fuori” dalla sua “timidezza” e così questo finisce col credere di essere davvero timido, con tutta una serie di spiacevoli conseguenze.
Fondamentalmente il timido è una persona che ha paura di esporsi, soffre del giudizio degli altri; l’introverso viene descritto come una persona che non cerca l’interazione sociale ma nemmeno la rifugge (uno che sta bene sia da solo, sia in compagnia).
Infine io ci aggiungo il tipo tranquillo e riservato: uno che magari ama stare in compagnia, conoscere persone nuove, non si preoccupa troppo del giudizio degli altri, ma ama ascoltare e osservare.
Io penso di essere un misto degli ultimi due: lo so, ho sfrucugliato le scatole con miliardate di post sulla timidezza, ma sto iniziando a pensare di non esserlo (o non poi così tanto), perché a me piace starmene per i fatti miei, sono piuttosto pantofolaia… ma mi piace anche stare con gli amici, conoscerne di nuovi, provare cose nuove (che siano cibi, posti, attività), quando altri parlano mi piace ascoltare (vedi l’intro del post 😉 ) ma comunque non sento il bisogno di esternare ogni cinque minuti tutti i miei pensieri. Non sento il bisogno di dimostrare di essere una persona a cui non interessa il giudizio degli altri (ci sono arrivata… e davvero non m’importa cosa pensino gli altri! Il guaio è quello che penso io di me stessa, ma questo è un altro discorso XD).
Se trovo che Cippalippa sia una persona che parla tanto per coprire l’ansia me lo tengo per me, se penso che Pincopallino sembri una persona sicura di sé ma in realtà abbia bisogno del suo entourage per sentirsi apprezzato, non glielo dico nemmeno. A che pro? Far vedere quanto acuta e osservatrice io sia? Dimostrare che anche se me ne sto zitta le cose le noto?
Ok, questo post forse è il contrario di queste ultime frasi, ma è scritto per far capire che se vi piace osservare e ascoltare, se vi piace starvene sul divano a leggere, ma in fondo vi piace anche invitare otto persone a cena e organizzare feste di compleanno a tema, non siete timidi, non c’è niente che non va in quello che fate.
Rilassatevi e fate quello che vi fa star bene!
se ci fossi arrivata prima mi sarei evitata un sacco di sbattimenti adolescenziali 😀
non me ne è mai fregato un ciufolo del giudizio degli altri, ho sempre amato stare da sola a sognare, fantasticare, leggere…e venivo bollata come timida…così mi sono fatta coraggio e mi sono sforzata di essere estroversa ed esuberante al punto di credere quasi di esserlo davvero…meno male che con la saggezza della “vecchiaia” ho capito che posso anche essere me stessa e sti cazzi: a volte mi piace stare da sola e non mi va di uscire, altre volte preferisco stare in compagnia ed essere l’anima della festa. io sono così: prendere o lasciare! buon sabato Euforilla!
Eh, tante delle cose che scrivo qui se le avessi sapute/capite una decina d’anni fa sarebbe stato meglio… ma mi sa che è parte del processo di crescita (shock, sorpresa, l’avreste mai detto eh? :P)
Buon sabato anche a te, grazie per la visita e il commento ^_^
È assolutamente vero, non si è mai completamente bianco o nero ci sono sempre sfumature. Io sono introverso e pure in certi casi per esigenze lavorative esco dal mio guscio e divento estroverso ho un’autonomia di qualche ora poi esauriscono le energie e devo necessariamente uscire di scena. Questa azione non mi dispiace anzi mi piace e mi diverte.
Ciao Pino, sai, ultimamente ho letto anche della definizione di “Estroverso timido”, cioè persone a cui piace stare in mezzo alla gente, ma non al centro dell’attenzione.
Ci sono sempre tantissime sfumature, penso tante quante sono le persone al mondo!