La vidi da lontano, seduta sul davanzale della finestra, un’ala corvina dentro la stanza, l’altra fuori a scaldarsi nell’ultimo tramonto estivo, arancione come l’autunno che stava arrivando.
La posa appariva calma e la luce amplificava l’effetto, rendendo tutto morbido, ma la tensione di spalle e mani tradiva l’aspetto di ciò che vedevo, man mano che mi avvicinavo.
Mi fermai sulla porta, in ombra, il viso di Angelica era duro, gli occhi a stento trattenevano la lotta interna fra fuoco e acqua, rabbia e sentimenti.
Amelie, seduta a terra, avvolta in una coperta viola, le ali trasparenti che toccavano terra, chiuse.
“Ormai non è più questione di scuse o perdono, lo vedi anche tu, è vecchia di anni! O come se lo fosse…” stava dicendo Angelica, a denti stretti “E non ci sono però che tengano… ti prego, cresci un po’ bambina mia, continuerai a essere un bersaglio dichiarato altrimenti, non faranno che approfittarsi di te… tutta gente che sembra vivere in una storia che si raccontano e si bevono da soli…”
“Io non voglio diventare grigia, non voglio dimenticare come si sogna e ci si emoziona”
“Che tu ci creda o no, crescere non è quello, è imparare a bastare a se stessi, imparare a fare a meno della prossima occasione, usare le proprie forze senza appoggiarsi ad altri, senza lasciarsi ingannare da altri…”
“E ti sembra forse facile???” era quasi un gemito
“Ho detto questo? No, non è affatto facile, ma meglio che continuare a sperare nel domani dimenticandosi di quello che hai ora… io e te dovremmo anche ringraziare perchè siamo in grado di imparare da ogni sofferenza, da ogni batosta… dovremo anche andare a schiantarci contro l’ultimo muro prima di capire, ma almeno sappiamo imparare intanto che soffriamo e sanguiniamo; è una battaglia in cui provarle tutte serve solo ad imparare di più… e sono stufa di combattere solo le tue di battaglie…”
“Però fatti venire in mente i suoi occhi…”
“E tu fatti venire in mente cosa c’era dietro ai suoi occhi… non capisci che ormai, da tempo ormai, quel filo s’è rotto? l’abbiamo tagliato noi, è vero, ma era stato logorato da altri…”
Come un quadro coi colori ormai secchi potrei solo ricoprirlo con altre pennellate, rendendolo solo un’orribile crosta…
Con che diritto pensavo di poter far qualcosa su un quadro dove altre mani hanno messo colori?
Il cavalletto ora è vuoto, perchè non iniziare una nuova tela?
Tra poco il Cornuto regnerà, hai ancora del tempo per chiudere vecchi bauli, poi potrai iniziare sul serio… sta finendo anche il Settimo Anno.
C’è buio ora, ma sono al sicuro, non so chi ha pronunciato le ultime parole, non so chi sono ora, Desdemona ha raggiunto le altre… ma questo buio è tiepido e morbido, non deve interessarmi altro…
Tu pensa che non sapevo nemmeno che scrivessi… Ma questi sono tuoi brani ‘vecchi’?
Che surelle dure d’orecchi che ho, ogni due per tre mi ritrovo a raccontarvi di nuovo cose già raccontate… oh beh, io mi diverto a ripetermi come un’adorabile (adorabile vero? XD) vecchina!
A volte scrivo, in passato molto più spesso, ora sto ricominciando e questi sono vecchissimi post da vecchissimi blog che avevo da brava adolescente e poi post-adolescente darkettona