A chi s’incazza se l’8 marzo non riceve una mimosa (che fra l’altro puzza e semina ovunque), a chi pensa che sia finalmente arrivato il momento di fare follie, a chi pensa che parità dei sessi sia potersi permettere uno spettacolo di striptease maschile senza sensi di colpa, a chi pensa che è solo oggi che ci si debba ricordare di onorare madri sorelle amiche e morose, a chi pensa che è una festa del tutto commerciale, a chi ci specula su con pacchettini di fiori gialli pallidi e striminziti cari come il fuoco, a chi organizza feste che sono svilenti (per usare un termine civile), a chi pensa che emancipazione sia avere finalmente il permesso di una serata con le amiche, insomma, a tutti coloro che hanno un’idea completamente sbagliata del perché si festeggia la festa della donna.
Wikipedia ve lo spiega in tre righe: “La giornata internazionale della donna, comunemente definita festa della donna, ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo.”
Perché la mimosa? Perché è uno dei primi fiori che si trova in abbondanza in quel periodo, e perché leggenda urbana vuole che fiorissero fuori dalla fabbrica (americana? tedesca? russa? son leggende) in cui morirono bruciate centinaia di donne (costrette a lavorare quel giorno, chiuse dentro, costrette a lavorare in condizioni quasi da schiavitù).
Wikipedia, ancora una volta, racconta tutto per bene. E google ha una bella pagina con una bella iniziativa. Poi ci sono ancora anche i siti di Se non ora quando, e Non+.
Perché ci tengo tanto? Perché mi infervoro tanto? Perché se vogliamo fare i filosofi e i pignoli “la donna” è la più grande minoranza culturale, prendete qualunque cultura e popolazione, la donna ha sempre un ruolo inferiore. Perché anche nel 2011 quando fai un colloquio nella civilissima Europa, nella civilissima Italia, ti chiedono se hai un fidanzato, da quanto dura la storia e se fate sul serio, e se vuoi sposarti e se vuoi una famiglia.
Perché c’è ancora chi pensa che funzione unica della donna sia trovarsi un lavoretto serio e poi pensare ai marmocchi (far carriera? Eresia!!! Non vuoi figli? Egoista!!!), perché c’è ancora chi crede che la tua felicità faccia rima con l’ammorbidente perfetto, che la tua ragione di vita sia dividerti fra pentole e ferri da stiro… O fra cosce e perizomi…
Perché se hai due lauree, 25 anni e sei ancora a casa coi tuoi (perché lavoro non ce n’è, perché quando c’è è uno sfruttamento bello e buono… che tra un po’ ti chiedono di pagare tu per andare a lavorare, perché se e quando cercano vogliono gente giovane ma con esperienza… però se l’esperienza nessuno me la fa fare è grigia… ma di questo magari parliamo un’altra volta) sei un bamboccione, e quasi quasi faresti meglio a trovarti un vecchio rimbambito e ricco che ti mantiene…
Io non ci sto, io festeggio l’8 marzo, anche senza mimose, perché io voglio la dignità.
Wikipedia ve lo spiega in tre righe: “La giornata internazionale della donna, comunemente definita festa della donna, ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo.”
Perché la mimosa? Perché è uno dei primi fiori che si trova in abbondanza in quel periodo, e perché leggenda urbana vuole che fiorissero fuori dalla fabbrica (americana? tedesca? russa? son leggende) in cui morirono bruciate centinaia di donne (costrette a lavorare quel giorno, chiuse dentro, costrette a lavorare in condizioni quasi da schiavitù).
Wikipedia, ancora una volta, racconta tutto per bene. E google ha una bella pagina con una bella iniziativa. Poi ci sono ancora anche i siti di Se non ora quando, e Non+.
Perché ci tengo tanto? Perché mi infervoro tanto? Perché se vogliamo fare i filosofi e i pignoli “la donna” è la più grande minoranza culturale, prendete qualunque cultura e popolazione, la donna ha sempre un ruolo inferiore. Perché anche nel 2011 quando fai un colloquio nella civilissima Europa, nella civilissima Italia, ti chiedono se hai un fidanzato, da quanto dura la storia e se fate sul serio, e se vuoi sposarti e se vuoi una famiglia.
Perché c’è ancora chi pensa che funzione unica della donna sia trovarsi un lavoretto serio e poi pensare ai marmocchi (far carriera? Eresia!!! Non vuoi figli? Egoista!!!), perché c’è ancora chi crede che la tua felicità faccia rima con l’ammorbidente perfetto, che la tua ragione di vita sia dividerti fra pentole e ferri da stiro… O fra cosce e perizomi…
Perché se hai due lauree, 25 anni e sei ancora a casa coi tuoi (perché lavoro non ce n’è, perché quando c’è è uno sfruttamento bello e buono… che tra un po’ ti chiedono di pagare tu per andare a lavorare, perché se e quando cercano vogliono gente giovane ma con esperienza… però se l’esperienza nessuno me la fa fare è grigia… ma di questo magari parliamo un’altra volta) sei un bamboccione, e quasi quasi faresti meglio a trovarti un vecchio rimbambito e ricco che ti mantiene…
Io non ci sto, io festeggio l’8 marzo, anche senza mimose, perché io voglio la dignità.