Guardami… ho sete d’espressione, ho un mondo dentro che non riesco più a contenere, fatto di teschi e stelle, cuori neri e sangue caldo
Questo è il mio corpo, ma non sono io, questa è la mia voce, ma non sono io, queste sono le mie parole, i miei scritti, i miei quadri e le mie creature, ma non sono io…
Guardami, anzi guardalo, ma non sciuparlo con gli occhi, non imbrattarlo con le tue mani indegne, ne sono molto gelosa, lui vive attraverso di me e io attraverso di lui…
Confermo di esser viva, di aver qualcosa qui in mezzo, pensavo di aver dimenticato come si facesse, di non esserne più in grado… è un legame tanto precario quanto pericoloso
Ma io non sto giocando, e forse è per questo che sono da sola, ridete, fate muro, non siete poi migliori di me… e da soli non sopravvivete… ma io un giorno lo sfonderò quel muro
Staccate la voce da chi la pronuncia
Dovrei interrogarmi sul perchè di questo mio sciogliermi nei momenti meno opportuni, dovrei interrogarmi su questi oblii temporanei… ma ho un blocco, non voglio affrontare la parte veramente più oscura di me stessa, suppongo morirei nel confronto, ma sta volta non so se avrei le forze per ricominciare… (e allora che hai da perdere?)
perdo ancora prima di trovare
Camminando nella nebbia ho pensato a chi non l’ha mai vista, a chi considera impossibile vivere con quella che noi chiamiamo foschia, a chi non riesce nemmeno a concepire la nebbia come la intendo io… da far fatica a vedersi i piedi, da non sentirne più nemmeno il rumore… ho fatto un test, mi ha detto che morirò suicida… suicida per sparizione… mi metterò a camminare nella nebbia, scivolandole attraverso come un gatto… sarà come addormentarsi? di un sonno senza sogni…
senza illusioni… inceneriamo il velo di maya vi prego, vi prego vi prego…
destino, fato…
è l’infame goccia che fa traboccare il vaso, o sono scherni dal sadico gusto dell’umorismo?