Il mio grosso grasso matrimonio italo-spagnolo

No, non ho sostituito Sa con uno spagnolo e no, non mi sposo.
Chi si sposa qui è mio fratello. Che detto così è una cosa normale, e che finisce lì, no?

ortensia

No, non nella mia famiglia!

Prendete un fratello espatriato da tre o quattro anni ormai… Che un venerdì sera torna a sorpresa con morosa al seguito.
“Ma dai! Ma che bello! Ma che bella sorpresa!”
Ah! Ingenui noi!

Mia mamma va in modalità “nonna Pinuccia” e inizia a offrir loro qualsiasi cosa edibile sia contenuta fra le quattro mura domestiche (eccetto il cibo per cani, ça va sans dire), papà non se li vede tutti davanti. Sa ed io ci godiamo l’effetto sorpresa, ché eravamo gli unici a sapere che sarebbero venuti in Italia.
Ah! Ingenui noi!

L’acqua per la pasta ancora non bolle che lì, impalati sulla porta della cucina, mio fratello dice “Ci sposiamo”. Col tono stupido che usa quando deve dir qualcosa di serio.
Siamo fatti così. Siamo proprio fatti così.

Sequitur due giorni di applausi, risate, commozione, lacrimucce facili. Perché ovviamente il giorno dopo abbiamo attirato per un caffé, con scuse becere, il resto del parentado stretto. E quindi lacrimucce, zie commosse, risate. E domande.

Molte domande.

Piccola nota, mio papà ci sguazza nelle situazioni bilingue, penso che potrebbe attaccar bottone anche con un sasso russo, se gli dicono che spiccica qualche parola di questo o quello.
E quindi era un continuo “Ma in Spagna si usa far questo? E quello? E come si usa in Spagna per quell’altro?” non contento però, alla fine di ogni domanda rivolta alla futura nuora, si girava verso mio fratello chiedendogli “E in Italia?”.
Alla quinta domanda di quel tipo, il gene di mio nonno materno, quello che stava sempre zitto, ad ascoltare, ma quando apriva bocca per quelle due parole da dire erano sempre stoccate vincenti, si manifesta nel dna di mio fratello, che risponde, serissimo “Non lo so, non mi sono mai sposato in Italia”.

Sappiate che tutto ciò succedeva un venerdì sera di metà gennaio. Il matrimonio sarà a settembre. Pensate che papà sia stato tranquillo? Che le donne di casa si siano accontentate?
Ah! Ingenui voi!
Cercherò di fare una cronistoria, perché certe cose vanno raccolte, per amore dei posteri.

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