“Vieni mia diletta, ho da raccontarti…” dice Angelica, con nastri viola nelle lunghe code rosse, il trucco impeccabile.
Lenora, vestito nero a coste grigie, cammeo al collo, allunga la mano e poi si siede con Angelica, qui al tavolino smaltato.
“Dimmi, di nuovo col té alla paranoia?”
“Oh, questa è bella, sai, alla fine era solo té ai frutti rossi! No, sapessi… e io che stavo a preoccuparmi!”
Lenora non chiede altro, aspetta semplicemente che Angelica continui
Questa invece prende uno specchietto dalla pochette, è piccolo, quadrato, incorniciato d’argento e sul retro c’è un serpente di rubini… la parte riflettente la tiene coperta, accarezza il serpente con la punta delle dita.
“Ho passato gli ultimi giorni molle sui cuscini… perchè finalmente ho potuto farlo, capisci che significa?”
“Con uno sciocco del tempo non sprecare, se non vuoi esser preso per suo compare…”
“Esattamente, vedi, non sono mai stata raggiungibile, sono sempre stata più protetta di quanto credessi, avevo questo specchio ancora prima di saperlo.. anche se ho fatto estremamente bene a procurarmelo…”
“A costo di essere chiamata stronza? Strega?”
“Infondo non mi dicono niente di nuovo… a dirla tutta, mi fanno dei complimenti, finalmente riconoscono la mia vera natura”
“Brindiamo allora, agli specchi!”