Sono ritardataria e disordinata.
Ci sono blogger che iniziano a pubblicare serie di post per Natale già a metà ottobre, questo sicuramente aiuta visite e lettori e compagnia bella.
Oggi mi si potrebbe dire che un post sul femminismo dopo l’8 marzo è fuori tempo massimo.
Ma io risponderei che sono tutte stronz… avete capito.
Perché l’8 marzo è una ricorrenza annuale, certo, ma bisognerebbe averlo in mente tutto l’anno, aver sempre presente per che cosa sta (un po’ come il Natale, no? Sarai mica buono solo il 24 e il 25!).
Ma in teoria questo post partiva dalla mia super scientifica disamina dei tipi d’uomo, eravamo rimasti che dell’uomo Beta avrei parlato in questa occasione.
Bene, di per sé non c’è nulla di male ad essere un uomo beta: voler essere parte integrante di una squadra senza volerne essere il leader, preferire un lavoro socialmente utile a uno “di carriera”, voler stare a casa a fare il papà a tempo pieno.
È quando questo tipo va a male che mi sale la bile.
Non nello stesso modo dell’Alfa andato a male, ma guardando alle donne che stanno con l’uomo beta.
O meglio, mi sale la bile proprio a causa di quel tipo di donne.
Lo so, dovremmo essere tutte sorelle, e io ci provo.
Ma quando senti cose come “L’ho mandato a tagliarsi i capelli”, “No, lui è bravissimo in casa, mi aiuta un sacco”, “Mi ha fatto trovare un cioccolatino sul cuscino per farsi perdonare per la litigata dell’altro giorno”, a me sembra di sentire parlare di una foca ammaestrata, di un bambino, di un soprammobile…
Perché quel che è peggio è che queste sono anche quelle che se ne escono, random, con frasi del tipo “La mia collega è proprio brava a far carriera in questo ufficio, però ha quarant’anni ed è da sola, dovrebbe pensare a farsi una famiglia”, oppure “Eh beh ma per come va conciata in giro…” oppure ancora qualsiasi frase che inizi con “Una donna dovrebbe”…
Abbiamo un bel parlare di cos’è il femminismo (no, non vuole la supremazia della donna sull’uomo, vuole la parità dei diritti per tutti gli esseri umani, che siano uomini, donne, di qualsiasi sessualità, confessione, ideologia politica, provenienza etnica eccetera eccetera eccetera, certo, è iniziato per i diritti della donna nella eterosessuale e bianchissima europa, ma si è allargato volentieri alle questioni di genere ed uguaglianza), dicevo, abbiamo un bel parlare di queste questioni quando ci sono ancora donne che sono le prime a sputar sentenze maschiliste… Alcune azzardano anche “Io sono contro il femminismo”, dimenticandosi che la patria potestà sui figli, il divorzio, l’aborto, la comunione o separazione dei beni in un matrimonio, l’equiparazione dei salari e i congedi di maternità e paternità sono tutte conquiste del “femminismo”… Ma sorvoliamo!
Perché la vedono così? Perché la società, i media, i messaggi confusi, le famiglie, l’abitudine, blablabla… le cause sono mille.
Però io credo che “finché ci saranno donne disposte a farsi trattare come zerbini, tutte ne pagheremo il prezzo”.
Mi si può dire “eh ancora a colpevolizzare le donne per quello che fanno”, no, non colpevolizzo, auspico a una apertura d’occhi per tutti e a una rieducazione, difficile ma possibile.
Di tutti ovviamente.
Delle donne che pensano di essere fortunate se lui le aiuta (non sei tu che “hai il bucato da stendere” e lui deo gratias stende due mutande, provate a passare alla forma verbale “dobbiamo stendere il bucato”, capite l’enorme differenza che c’è?), degli uomini che se per puro caso cambiano un pannolino si sentono Ercole e quindi dispensati poi anche solo a sciacquare il lavandino dai rimasugli della loro barba.
Potrei andare avanti eoni con questi esempi quotidiani.
E possono anche sembrare cose minori, ma non è così, perché sono sintomo e continua causa della discrminazione.
Perché poi si scade nel “Lui ha tradito lei perché l’uomo per natura deve assicurarsi la sopravvivenza della specie”.
Che poi diventa “L’uomo ha degli istinti e lei l’ha provocato”.
Che poi diventa “Se lei va in giro conciata così se l’è cercato”.
Che poi si chiama “cultura dello stupro” (che fra l’altro fa torto anche a quegli uomini che hanno un cervello e lo usano e non si sentono bestie in preda alla luna piena).
E ora lasciatemi dar voce a due mie opinioni che credo molto impopolari: non mi piacciono le quote rosa e non mi piace la legge sul femminicidio.
Perché penso che le donne in parlamento dovrebbero starci perché elette, perché ci sono arrivate con le loro forze e non perché hanno il bigliettino di “specie in via d’estinzione”.
Perché penso che ammazzare una persona, più o meno violentemente, più o meno conosciuta, sia una cosa aberrante a prescindere. Certo, è orribile che un fidanzato ammazzi la fidanzata, o un padre la figlia, o un figlio la madre, ma c’è già il reato di omicidio, con tutte le aggravanti possibili. Era già stato previsto che fosse una cosa da punire il più severamente possibile.
Non mi piacciono queste due cose perché fare leggi speciali a tutela di una categoria di persone è, di fatto, non riconoscere che siamo tutti uguali, e che quindi, in questo caso specifico, le donne non sono persone come gli altri.
E questa cosa, vi assicuro, è terribile.
PS
Mi faccio prendere molto da questi argomenti, quindi per rialleggerire il tono ecco un paio di “screenshots” da “I fantagenitori” che con moooolta ironia riescono benissimo a far passare un’idea
Trovato qui
Oppure lei lava, stende, stira e cucina e lui va a fare la spesa, scarrozza lei in auto, butta la spazzatura e altre cose che lei non ama fare
Mica parlo personalmente, io mica stiro
Un’equa divisione dei compiti mi sta benissimo (e ognuno è liberissimo di gestirsi come crede!), storco il naso se lui guida perché “guidare è una cosa da uomini” e lei cucina perché “è una cosa da donne” 😉
No no no… In casa mia guida lui e cucina lui
Scherzo, un po’
A ognuno il suo 😉