Domani è l’8 marzo, e ormai mi ripeto tutti gli anni, ma sento di doverlo fare.
Non si “festeggia” la donna nel senso che “finalmente” può avere un giorno libero fuori dallo stereotipo di mamma-casalinga.
Non si aspetta l’8 marzo per “potersi comportare come gli uomini tutto l’anno” (uno perché se volete potete farlo lo stesso, due perché “comportarsi come un uomo” non significa necessariamente doversi per forza sbronzare guardando persone dell’altro sesso nude avvoltolate attorno a un palo, ebbene, ho una stima un po’ più alta dei portatori di cromosoma Y, nel senso che sono sicura facciano anche e soprattutto altro nel loro tempo libero).
Non si aspetta l’8 marzo per “avere finalmente una sera fra amiche”.
Se la vivete così, uomini o donne o unicorni che siate, consiglio caldamente di rivalutare le vostre scelte, poi può andarvi bene e io starò zitta, ma che almeno sia una scelta consapevole.
Cos’è l’8 marzo?
È la giornata internazionale della donna, istituita per ricordare la lunga strada di conquiste umane, sociali e politiche fatte finora, e per ricordare che di strada ce n’è ancora da fare, in Italia e nel resto del mondo.
Mi stava uscendo un post lungo e polemico e quindi inutile. Perciò chiudiamola qui, vi giro la ricetta del cocktail mimosa e festeggiamo i diritti ottenuti fin ora, rinfreschiamoci, e ricominciamo a lavorare per quelli che ancora mancano 😉
Occorrente:
– champagne (o spumante)
– succo d’arancia ben freddo
– flute
Mettete i due ingredienti in parti uguali.
Brindate e ricordate:
“Non perché è tua mamma, sorella, figlia, zia, suocera, nonna, amica, cugina, nipote, ma perché è una PERSONA”