Questa primavera ho realizzato che mi mancava qualcosa, per una serenità mentale completa, e ho capito che era un qualcosa di spirituale.
Sono atea, non ce la faccio proprio a credere in un qualche tipo di entità sovraumana etc etc.
Però riconosco che il rispetto per la vita e la natura e i loro ritmi possano assumere un carattere “sacrale”, che ci possa essere qualcosa come un inconscio collettivo o almeno degli archetipi comuni a tutti, coi quali tutti ci troviamo ad aver a che fare. Soprattutto riconosco l’importanza di occuparsi di queste cose a livello di serenità personale.
Ora, cosa può essere per un ateo la spiritualità? (Ben diversa dal termine religione che per me non solo indica un sistema codificato e riconosciuto di credenze, pratiche & co, ma anche qualcosa di ben più letterale: un legamento a qualcosa, re-ligo… brrr).
Per me spiritualità significa fermarsi un attimo a farsi due domande su dove si vuole andare nella vita, significa festeggiare il fatto che ho un tetto sulla testa e cibo da mangiare, coltivare la mia creatività o per lo meno ciò che mi fa stare bene con me stessa e con gli altri, vivere in armonia con le cose del mondo. E come si fa?
- Prendersi cinque minuti al giorno per chiedersi davvero “tutto bene”?
- Fare progetti personali e cercare di rispettarli
- Darsi obiettivi e raggiungerli
- Un’ora la settimana per occuparsi solo di sé e di quello che si ama fare
- Accendere una candela e/o un incenso
- Dipingere, cucinare, scrivere, cucire, creare qualcosa, scolpire, cantare, suonare, ballare, imparare a usare Gimp
- Fare qualcosa di creativo
- Buttare le cose che non fanno sentire bene
- Darsi la possibilità di vivere le emozioni e gestirle
- Dire alle persone quello che si prova
- Dire no quando non ce la si fa
- Fare una vision board
- Tenere un blog fricchettone 😛 che tenta un po’ di aiutare altri 😉
- Imparare a rispettarsi
- Meditare, visualizzare, radicarsi, centrarsi
- Fare yoga… o kick boxing
- Andare a correre al parco
- Osservare la nebbia
- Stare in silenzio
- Guidare per il solo gusto di farlo, da soli, senza nessuna meta
- Parlare da soli
- Riordinare le proprie cose e le proprie priorità
- Leggere un libro
- Leggere di filosofia
- Discutere di massimi sistemi
- Interrogarsi sulle profondità dell’universo o solo stare a guardare le stelle
- Passeggiare nella nebbia facendo scricchiolare le foglie
- Accarezzare un animale
- Giocare
- Fare l’amore
- Cenare con gli amici
- Andare al cinema o a teatro o a una mostra
- Coltivare la propria cultura e i propri gusti
- Riordinare l’mp3
- Ascoltare nuova musica
- Fare donazioni alla ricerca scientifica
- Ripetersi un mantra scritto da sé, inventarsi una “preghiera”
- Organizzare qualcosa per una causa in cui si crede
- Stare attenti a cosa si mangia
- Fare attività sportiva
- Fidarsi del proprio sesto senso
- Stare in mezzo alla gente e confrontarsi
- Farsi domande profonde e cercare una risposta personale
- Tuffarsi in un fiume gelido o galleggiare al mare
- Passeggiare nei boschi o in un campo e raccogliere sassolini, frutti, radici, fiori, erbe
- Collezionare qualcosa
- Fare a palle di neve o fare castelli di sabbia
- Prendere il sole
- Ululare alla luna piena
- Godersi il vento
- Mangiare locale e stagionale
Non dico di farli tutti, io non li faccio tutti, ma anche solo uno di questi può fare la differenza a sentirsi meglio Se ci fate caso alla fine sono solo modi di tenersi in forma, fisicamente e mentalmente, atti d’amore verso se stessi, un po’ più d’attenzione a sfoghi creativi etc. Niente di complicato. Potrebbero sembrare cose superficiali forse, ma per me non è così.
Bellissimo.
Grazie!
Bello il tuo elenco….. tutte cose che accentuano il tuo VIVERE….
Comunque molti confondono l’essere atei con l’essere agnostici….. io sono la seconda per esempio, cioè credo che ci sia una qualche entità ma non posso pronunciarmi fino a che non la vedrò e mi formerò una mia opinione… e tu invece?
Va a giorni, delle volte decisamente atea, altre più possibilista e quindi suppongo agnostica 😀